La Juventus pensa al delisting e apre ai soci minoritari, vi sveliamo i nomi. Sensazioni positive per la SuperLega

La Juventus pensa al delisting e apre ai soci minoritari, vi sveliamo i nomi. Sensazioni positive per la SuperLegaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Filippo Gabutti
mercoledì 17 maggio 2023, 21:00Primo piano
di Vincenzo Marangio

Ci siamo, manca ormai pochissimo ad una delle gare più importanti della stagione. Bere o affogare, proseguire nel sogno di distruggere i piani altrui o perdere e doversi leccare nuovamente ferite dolenti. Ma di partite importanti per il proprio futuro la Juventus ne sta giocando tante, su diversi tavoli: quello da gioco, quello delle aule dei Tribunali (appuntamento fondamentale il prossimo lunedì 22 maggio), quello dell'ingresso in società di un socio minoritario (ma importante al tempo stesso) e quello della SuperLega che potrebbe vanificare l'eventuale amarezza di un'esclusione dalle prossime coppe. 

Cominciamo dal futuro societario.

Come vi abbiamo raccontato la scorsa settimana, anticipando anche le notizie riportate ventiquattro ore dopo dall'agenzia di stampa Reuters (che ha confermato le indiscrezioni da noi rilanciate), nonostante le smentite di rito la Juventus sta cercando un socio minoritario importante da far entrare in società per sostenere i costi di una rinascita ad alti livelli. Come vi abbiamo già anticipato, la famiglia Elkann non è mai stata intenzionata alla vendita dell'intero club, cosa a cui ambivano, invece, membri della famiglia finanziaria della Juventus, ma si sono resi disposti ad ascoltare offerte importanti per l'ingresso di soci di minoranza. Vi anticipammo che c'erano due investitori statunitensi e un grande colosso, oltre ad un fondo arabo. Bene, è venuto il momento di fare i nomi non prima, però, di spiegare un concetto importante. Prima di procedere, la Juventus vuole assolutamente operare un delisting volontario, ovvero abbandonare la borsa in favore di un ritorno alla privatizzazione. Il tutto in modo da muoversi in maniera più autonoma e libera, considerazione nata dopo la vicenda legata alle plusvalenze e alle comunicazioni relative alla manovra stipendi; la Juventus, insomma, non vuole più avere le mani legate risultando, così, anche più appetibile alla vendita all'estero ad un socio di minoranza.

Torniamo agli investitori interessati.

Una delle aziende interessate è la Walmart, la più grande catena al mondo nel canale della grande distribuzione organizzata con oltre 11.847 negozi e club in 27 paesi, dati che fanno riferimento alla chiusura dell'anno 2021. Si tratta di una multinazionale statunitense proprietaria dell'omonima catena di negozi al dettaglio Walmart, controllata dalla famiglia Walton e quotata  a Wall Street dal 1972.

L'altra grandissima azienda interessata all'acquisizione di una quota minoritaria di Juventus è la FedEx (Federal Express)società di trasporto specializzata in spedizioni espresse con servizi overnight di posta e plichi, in trasporti via terra, trasporti aerei e servizi logistici. Azienda legata anche al territorio italiano in virtù dell'accordo commerciale stretto con il corriere espresso italiano SDA Express Courier

Le due aziende, stando alle notizie in nostro possesso, avrebbero chiesto anche (non è dato sapere se abbiano avuto risposta positiva) lo stato finanziario della Juventus per formalizzare il proprio interesse ad entrare in società. Due offerte importanti che, tuttavia, la Juventus tiene in standby, il perché è presto detto: John Elkann, presidente dal 1 marzo 2009 della Exor che detiene il 63,80% del capitale sociale Juventus, preferirebbe aprire l'ingresso in società, sempre con quota minoritaria, ad un'azienda che abbia un servizio di broadcastingoppure ai cosiddetti "soci silenti", ovvero quei soci che mettono i soldi e chiedono piccoli tornaconto senza far troppo rumore (amichevoli o tornei nei propri paesi); in generale la Juventus preferisce investitori dagli Stati Uniti o Europa Occidentale. Tutte le preferenze, naturalmente, dipendono anche dal tipo di offerta ricevuta.

La settimana scorsa parlammo anche di grosse aziende interessate ad entrare con quota minoritaria in Juventus, tra queste aziende possiamo includere Apple o Amazon, entrambe in possesso di servizio broadcasting e quindi in possesso anche del requisito principe richiesto dalla Juventus; per quanto riguarda Amazon va detto che il fondatore, Jeff Bezos, è amico personale di John Elkann. Ovviamente non parliamo di operazione chiuse ma di eventuali grandi e grandissime aziende interessate a subentrare con quota minoritaria. 

Capitolo SuperLega.

Anche qui vi abbiamo anticipato, e confermiamo, che il verdetto della Corte di Giustizia europea sul monopolio di Uefa e Fifa dovrebbe arrivare entro fine luglio quando si saprà se la libera concorrenza sarà rispettata o se verrà confermata la necessità di un nulla osta da parte dell'Uefa per la nascita di altre competizioni calcistiche europee. Qualora non ci fosse alcun vincolo, cosa che dovrebbe essere sancita dal diritto alla libera concorrenza, la SuperLega potrebbe prendere il via in maniera molto rapida e svilupparsi entro 2 anni. In tal senso, però, la JPMorgan, multinazionale statunitense che custodisce il fondo e gli investitori che finanzieranno la SL, sta facendo pressioni ai club fondatori per andare avanti e avere risposte sulla fattibilità della manifestazione entro agosto, il tutto per tenere stretti gli investitori disposti a immettere capitale su progetti sicuri o a rischio calcolato, difficile che possano continuare a credere nel progetto se vedono Juve e Barcellona impantanate in situazioni scomode. Real Madrid, Barcellona e Juventus, tuttavia, stanno chiedendo alla JPMorgan di attendere perché hanno sensazioni positive sul fronte Corte di Giustizia Europea che, qualora si pronunciasse contro il monopolio Uefa e Fifa, agevolerebbe la nascita in tempi brevi della SuperLega.

Altra figura chiave per la SuperLega è quella di Michel Platini che sta offrendo suggerimenti utili e indicazioni su come muoversi per creare un modello calcistico europeo alternativo e coprire le falle organizzative e strutturali Uefa, il tutto senza pretendere di far parte dell'organizzazione affidata all'A22 Sports dell'ad Bernd Reichart.

Questi gli scenari di due delle grandi partite che sta giocando la Juventus, ma ora che la parola passi al campo per alzare trofei e complicare ulteriormente i piani di Ceferin.