Superlega: Ceferin e Tebas hanno anticipato la Corte di Giustizia Europea
Più i toni si alzano, fino a raggiungere il livello becero dell’offesa personale, più si capisce come il progetto Superlega non sia morto.
Se non avessero paura, i vari Ceferin, presidente Uefa, e Tebas, presidente Liga spagnola, non userebbero le parole di ieri, in cui addirittura Andrea Agnelli è stato paragonato a Putin.
In questa caccia alle streghe l’unico punto fermo è che la Superlega fa paura perché toglie potere, e quindi denaro, a chi finora ha lucrato molto sul monopolio assoluto dell’Uefa riguardo l’organizzazione di tornei calcistici europei.
E fa paura perché è sempre più probabile che la Corte di Giustizia Europea ponga fine a questo monopolio, essendo una corte nata in un contesto, quello europeo, fondato proprio sulla tutela del mercato e, quindi, della libera concorrenza.
L’Europa, se ci pensate bene, non è fondata su un linguaggio comune, né su un esercito comune, né su governi comuni, se non quello sovranazionale, e neppure su politiche fiscali comuni (solo in parte). Forse non ci sono neppure presupposti politici, storici e filosofici comuni. Altrimenti una vera Europa unita ci sarebbe già stata, con conseguente unificazione dei settori appena citati.
Ciò che fonda l’attuale Europa, fino ad essere il più importante principio, forse l’unico, da cui derivano tutti gli altri che hanno costruito ciò che ora chiamiamo Europa unita, è il principio di libera concorrenza. Corollario di ciò è stata l’eliminazione di ogni forma di monopolio.
Sarà, dunque, inevitabile, a meno che non intervengano fattori esterni che portino a un obbrobrio giuridico, che proprio in sede europea e comunitaria l’Uefa subisca il grande contraccolpo di essere privata dell’esclusivo e monopolista potere di organizzare tornei calcistici
Agnelli aspetta questa sentenza. Non reagisce, neppure in sede giudiziaria, alle provocazioni – come tanti tifosi, giustamente, vorrebbero, e come la legge gli consentirebbe di fare - perché sa che ogni risposta aggiungerebbe ulteriore fumo al polverone alzato dai suoi diffamatori. Lui pensa, invece, alla carne. Chi sta rosolando, emanando peraltro un cattivo odore di clientelarismo ed intrallazzi poco onorevoli, è proprio chi lo sta offendendo così gravemente a livello personale.
Queste dichiarazioni così stizzite sono da intendere come una anticipazione di quella che sarà la sentenza in sede di giustizia comunitaria. Lì si che ci sarà da divertirsi.
Vincenzo Greco - Pensieri bianconeri
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